Morgante e Margutte chiedono del buon mangiare, l’oste presenta orgoglioso un grosso cappone. I due giganti si scambiano uno sguardo d’intesa, poi scoppiano a ridere: neanche la bustina del purgante è così piccola.
Non vedi tu costui com’egli è grande?”
(… ) Rispose l’oste: “mangi delle ghiande”.
Non è mai una buona idea mandare un gigante a mangiar delle ghiande. Morgante infatti la piglia sul personale ed esibisce il suo poderoso Battacchio +5. L’oste s’affievolisce all’istante, l'arroganza lascia luogo alla più bassa piaggeria, mentre quasi genuflesso si offre di servire agli illustri ospiti una cena da principi. Ma i nostri hanno capito l'antifona e scelgono il self-service.
Il tavolo viene imbandito in cortile, perché a Morgante la taverna sta stretta. In due si sbranano un bue intero, prosciugando barili su barili di vino.
A fine pasto Margutte chiede un formaggino, che ancora gli è rimasto un languore. Ovviamente il languore non si placa neanche dopo che s'è fatto fuori la forma intera, sicché il saccheggio riprende direttamente in cucina. L’oste disgraziato e i suoi servitori cominciano a temere che il conto sarà pagato a suon di bastonate.
-...e un piccolo toast per gustarlo meglio.-
Si fa sera. Dopo la gran taffiata ai giganti cala l’abbiocco. M prima che anche il padrone di casa si ritiri, Margutte lo ferma e lo mette in guardia:
- Scusa Dormi (posso chiamarti Dormi, sì?), devi sapere che purtroppo soffro di una forma grave di sonnambulismo, robe brutte, tu comunque non ti devi preoccupare, tipo se senti dei bussi sui muri è tutto normale, ecco magari evita di gironzolare per l’osteria, sai com’è ogni tanto tiro degli sberloni così a caso, non vorrei prendere per sbaglio la tua faccia bella.
Il Dormi, cioè l’oste, sorride, annuisce e si barrica in camera da letto sprangando la porta con travi e catenacci. Nottetempo Margutte si alza e indisturbato si dà al saccheggio di tutta l’osteria. Fa un bel fagotto, lo carica sul cammello dell’oste e va a svegliare Morgante.
I due si allontanano con l’osteria alle spalle che va a fuoco.
-Vado matto per i piani ben riusciti.-
A lungo i due eroi (?) procedono per luoghi oscuri e disabitati. Dopo qualche giorno terminano le provviste ma poco male. Morgante adocchia da lontano un unicorno che s’abbevera al fiume. Lo chiama con un fischio, una carezza dietro le orecchie e BAM, gli aggiusta una mazzata fra capo e collo che risolve la serata – arrosto di unicorno alle erbette per tutti.
Ricordiamo qui di sfuggita che posate e utensili da cucina sono gentilmente offerti dall'osteria del Dormi, insieme a piccoli simpatici extra come saliera, grattugia e stuzzicadenti. Perché rubare incasso e argenteria può farlo chiunque: Margutte invece è un tipo scrupoloso.
Ricordiamo qui di sfuggita che posate e utensili da cucina sono gentilmente offerti dall'osteria del Dormi, insieme a piccoli simpatici extra come saliera, grattugia e stuzzicadenti. Perché rubare incasso e argenteria può farlo chiunque: Margutte invece è un tipo scrupoloso.
Avendo dato ai bambini che guardano i cartoni animati sbagliati una ragione per piangere, i nostri odono in effetti un flebile lamento che viene di lontano. Cercandone l’origine, trovano una giovinetta dalle vesti stracciate, in catene, sorvegliata da un famelico leone.
Senza fare una piega Morgante si siede sul leone e ascolta la storia triste di Florinetta.
Tale è il nome della fanciulla, la quale dichiara di essere stata rapita sette anni or sono da un ulteriore gigante, Beltramo. Questi la nutre con serpi velenose e ogni volta che torna dalla caccia la prende a cinghiate senza motivo. Nel caso ci fosse ancora dubbio: giganti brava gente.
Mentre Florinetta prosegue nella conta delle proprie sofferenze, sopraggiunge questo Beltramo, con un cinghiale sotto il braccio e un orso in spalla. Lo accompagna il fratello Sperante, che si trascina dietro la carcassa di un drago.
Cioè no scusatemelo. Un drago.
Beltramo non tarda a notare il suo bel leone stecchito sotto il sedere di Morgante e la prende malino. Ne nasce un vivace battibecco, si alzano le voci, volano insulti. Poi Sperante vince il tiro sull’iniziativa e sferra un poderoso colpo di drago in faccia a Morgante.
Non ebbe pazienza a ciò Sperante:
riprese meglio il drago per la coda
ed una gran dragata diè a Morgante.
Alcuni esegeti sostengono che il drago non fosse veramente morto ma stesse solo fingendo per la propria salvaguardia. Gli stessi ritengono che, dopo la brutta esperienza, il rettile sia tornato a Skyrim.
Comechessia, se non era una buona idea invitare Morgante a mangiare ghiande, figuriamoci prenderlo a dragate sulla ghigna. Il gigante perde pazienza e serenità insieme, e si scaglia su Sperante staccandogli naso e orecchie a morsi.
Intanto il vecchio Holyfield a casa si consola pensando che tutto sommato quella volta contro Tyson gli è andata pure bene.
Intanto il vecchio Holyfield a casa si consola pensando che tutto sommato quella volta contro Tyson gli è andata pure bene.
Nel frattempo Beltramo va accanendosi a bastonate sul buon (?) Margutte, che ne evita qualcuna ma perlopiù le prende. Una particolarmente accanita lo coglie pieno in fronte e lo stramazza al suolo lungo disteso. Beltramo si prepara a sferrare il colpo di grazia, ma Margutte non è ancora battuto. Raccoglie le forze e sferra una tallonata da terra con tanto di sperone, che prende l’aggressore alla gola e gli appiccica la lingua al palato. Mentre Beltramo cerca di riordinarsi la cavità orale, Margutte col conteggio a nove si rialza e con un fendente ben assestato divide il cranio del dirimpettaio a metà.
Torniamo all’altro ring. Nel pieno della lotta Morgante e Sperante ruzzolano a valanga per una scarpata. Il primo a rialzarsi è Morgante, che senza tanti complimenti raccoglie la testa dell’avversario e la scardina contro un masso.
Good game, well played.
Potremmo proseguire ancora a lungo nel rendiconto dell'avventura di Morgante e Margutte, ma non vogliamo togliere al lettore il piacere di sfogliare le pagine vergate di suo pugno dal buon Gigi Pulci. Il quale, dopo la prima edizione del 1478, ne vergò una seconda nel 1483, integrandola con cinque ulteriori cantari di tono più serio, in cui si racconta la fine epica e amara di Orlando.
Un anno più tardi il buon Gigi, in viaggio verso Venezia, si ammalò e giunse invece alla tomba. Gli furono negati i sacramenti e fu sepolto in terra sconsacrata come eretico.
Poco male. A un temperamento come quello suo, crediamo, dei sacramenti interessava poco. L'immortalità che gli spetta è quella delle lettere.
Oggi potremmo essere tentati di definire il Morgante come un'ideale spin-off della clamorosa duologia dell'Orlando Innamorato e (soprattutto) Furioso - ma saremmo due volte in errore.
Primo, perché il Gigi pubblicò il suo capolavoro quattro anni prima del Boiardo e oltre cinquanta prima dell'Ariosto - scusate se è poco.
Secondo, perché per Crom! - Morgante il gigante non fu mai secondo a nessuno.